Nel 2019 il GOI ha eseguito una prima valutazione delle performance vegeto-produttive degli ibridi resistenti in collezione presso il vigneto sperimentale di Vicobarone. Benché il vigneto presenti i tratti tipici di un impianto al primo anno di produzione (scarso accrescimento dei tralci, limitato accrescimento della bacca e misura ridotta del grappolo), le misure effettuate possono offrire un utile quadro preliminare sulla attitudine dei vari genotipi in studio alla coltivazione nel comprensorio dei Colli Piacentini.
Tutti i vitigni in collezione hanno esibito un’ottima fertilità media del germoglio, superiore a 1,5 infiorescenze/germoglio. La varietà maggiormente produttiva è risultata essere Soreli (incrocio Friulano x 20-3) tra quelle a bacca bianca (3,18 kg/vite) e UD 31-103 (incrocio Merlot x 20-3) tra quelle a bacca nera (2,13 kg/vite). Tali livelli produttivi sono il risultato di un elevato numero di grappoli per ceppo, ma di ridotte dimensioni (31 grappoli/ceppo per 104 g di peso medio del grappolo per Soreli, e 35 grappoli/ceppo per 61 g di peso medio del grappolo per UD 31-103). Anche le varietà risultate meno produttive (UD 72-096 e Merlot Khorus con 1,28 kg/vite) hanno presentato un elevato numero di grappoli per ceppo (mai inferiore a 22), ma con uno scarso accrescimento della bacca. Ciò suggerisce che, una volta raggiunta la piena maturità del vigneto, tutti i vitigni in esame possono raggiungere livelli produttivi elevati.
Il decorso della maturazione dei vitigni resistenti è risultato assai anticipato rispetto ai vitigni autoctoni più diffusi nel comprensorio dei Colli Piacentini. Al 19 di Agosto, tutti i vitigni a bacca bianca presentavano livelli di acidità titolabile delle uve inferiori ai 5 g/L e una concentrazione in solidi solubili superiore a 20° Brix. L’unica eccezione è risultata essere Sauvignon Rytos (incrocio Sauvignon blanc x Bianca) che ha dimostrato un decorso della maturazione decisamente posticipato rispetto agli altri vitigni in collezione (acidità titolabile superiore a 6 g/L fino al 2 Settembre), ma comunque precoce se comparato ad altri vitigni a bacca bianca utilizzati nel territorio (Fig. 1). Anche i vitigni a bacca nera hanno dimostrato un’elevata precocità di maturazione. In tutti i vitigni in esame la concentrazione in solidi solubili è risultata superiore a 22° Brix già dal 19 di Agosto, con l’unica eccezione rappresentata da Cabernet Eidos (incrocio Cabernet Sauvignon x Bianca), leggermente più tardivo rispetto agli altri (Fig. 2).
Fig.1 Evoluzione dell’acidità titolabile nelle uve degli ibridi resistenti in collezione e in uve di Ortrugo e Sauvignon blanc coltivate in vigneti limitrofi nel 2019.
Fig.2 Evoluzione della concentrazione in solidi sulubili nelle uve degli ibridi resistenti in collezione e in uve di Ervi e Barbera (coltivato in un vigneto limitrofo) nel 2019.
Benchè la maturazione degli ibridi resistenti dovrà essere valutata nuovamente quando il vigneto assumerà la piena maturità vegeto-produttiva, i primi dati raccolti nel 2019 suggeriscono che tra i vitigni a bacca bianca in studio Sauvignon Rytos (Fig. 3) è quello che potrebbe risultare più interessante nel comprensorio dei Colli Piacentini, per via delle sue buone potenzialità produttive e per il decorso della maturazione delle uve.
Fig. 3 Grappolo di Sauvignon Rytos a maturazione